Pescara (PE)
Pescara, quella città identitaria «senza rughe»
Voluta da d’Annunzio, concessa da Mussolini, distrutta dalla guerra, rinata moderna.
Pescara è una realtà con una lunga e complicata storia. Il tratto finale porta la firma di Gabriele d’Annunzio che appena il fascismo andò al potere chiese personalmente a Mussolini di fondere le due cittadine del medio Adriatico, e cioè Castellamare al nord del fiume e Pescara a sud del fiume omonimo. Il Vate voleva che le due cittadine tornassero ad essere unite, come era stato fino al 1806, per creare una realtà che rispondesse anche alle aspettative del territorio. E con la nuova città, il Duce regalò a d’Annunzio anche una nuova provincia. «L’Abruzzo ha bisogno di un centro propulsore della propria economia, che ne acceleri lo sviluppo commerciale ed industriale e ne ecciti con l’esempio l’iniziativa e l’intraprendenza: questo centro può essere solo Pescara». Così scriveva Antonio Mancini agli inizi degli anni ’50. E da questa considerazione occorre ripartire per…